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  TEORIE DI ZILLMER

 

 

 
IL MODELLO CATASTROFE SULLA TERRA DELLE ORIGINI TEORIA DEL GEOCONDENSATORE
TEORIA DEL CALCESTRUZZO NATURALE TEORIA DEL CELTI IN AMERICA
TEORIA DEI SUPERDILUVI TEORIA DEI NEANDERTHAL ARTICI
TEORIA DEL PERIODO DELLE NEVI TEORIA DEL PONTE DI GROENLANDIA
TEORIA DEI VASI DI DRENAGGIO    

 

 

IL MODELLO CATASTROFE SULLA TERRA DELLE ORIGINI

 

 

IL MODELLO CATASTROFE SULLA TERRA DELLE ORIGINI

Zillmer è, come Immanuel Velikovsky, un rappresentante del catastrofismo, ma collegato ad una speciale teoria riferita alla Terra delle origini, la cosiddetta teoria delle catastrofi sulla Terra primordiale, secondo cui il pianeta Terra fra circa 5.000-6.000 anni fa sarebbe stato colpito da una catastrofe mondiale (diluvio universale) che lo avrebbe trasformato notevolmente generando di nuovo la crosta terrestre. La tesi geologica centrale è che hanno avuto luogo più superdiluvi estesi a vari continenti: dal sudovest e nordovest dell’America del Nord all’Australia nonché dal massiccio dell’Altai attraverso la Siberia fino al Mar Caspio e al Mare Artico. In seguito l’asse terrestre si sarebbe spostato e soltanto in questo periodo che lui chiama il “periodo delle nevi” avrebbe avuto luogo la formazione di ghiaccio nelle zone artiche ed antartiche, un grande periodo glaciale svoltosi come se fosse stato ripreso in tempi accelerati. In questo periodo sarebbe aumentata, secondo Zillmer, anche la gravità, che avrebbe portato all’estinzione dei grandi animali esistenti fino ad allora e presenti in “megaformato” come il bradipo gigante in America, grande quanto un elefante o il mammut in Eurasia. Sarebbe nato così un mondo nuovo con animali più piccoli, con condizioni atmosferiche diverse e caratterizzato, tra l’altro, dalla riduzione della pressione atmosferica (“L’errore di Darwin”, 1998, pag. 149) nonché da una maggiore gravità.

 


 

TEORIA DEL CALCESTRUZZO NATURALE

 

 

TEORIA DEL CALCESTRUZZO NATURALE

Da una caduta di asteroidi scaturisce una temperatura di 100.000°C nell’epicentro della caduta che fonde ogni minerale. Ad una caduta nell’oceano il minerale fuso forma sul fondo del mare con il calcio (calcare) contenuto nell’acqua di mare una massa di fango contenente calce o calcestruzzo (calce spento). Questo calcestruzzo liquido è stato gettato sui continenti dalle onde dei flussi (Tsunami) richiudendo piante, alberi, animali ed uomini in una specie di “calcestruzzo naturale”. Dal fango cementato si sono poi formati minerali di calcare e sabbia, anche di scisto etc. se le condizioni di pressione e di calore vicino al centro della catastrofe erano “correttamente” dosate. A tutto ciò si aggiunge anche l’inverno da impatto prodotto dopo un impatto che fece si che parte degli animali gelasse per essere poi rinchiusi all’improvviso in fanghi di cemento sotto vuoto d’aria e rimanessero conservati nella massa di fango rapidamente pietrificata come fossili tridimensionali con occhi e parti molli.

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TEORIA DEI SUPERDILUVI
 

 

TEORIA DEI SUPERDILUVI

La teoria dei superdiluvi di Hans-Joachim Zillmer contiene un orizzonte di catastrofi naturali (diluvio universale) avvenute pochi migliaia d’anni fa. In tutto il mondo e in periodi diversi di tempo sono avvenuti superdiluvi nel “periodo delle nevi” 4.500 anni fa (= circa 8.000 a. C. alla fine del periodo glaciale secondo il parere ufficiale). Questi superdiluvi hanno coperto le terre della parte di sudovest e nordovest dell’America del Nord, attraversando l’Australia o dal massiccio dell’Altai attraverso la Siberia fino al Mar Caspio, al Mar Baltico e Mare Artico. Dai superdiluvi si ottiene anche una riorganizzazione strutturale del materiale solido trascinato, il quale entrando negli oceani, mari e laghi produce nuovi strati e con ciò minerali stratificati che si assortiscono e classificano in modo idrodinamico secondo il peso del materiale solido mosso e trascinato.Sotto si trovano poi le parti grezze (blocchi e detriti). La grandezza del granulato e con ciò anche i fossili eventualmente contenuti nei sedimenti diventano verso l’alto sempre più piccoli (ghiaia e sabbia). Questa sistemazione degli strati si ripete in modo che a seconda della presenza di cime delle onde di flusso gli strati si sovrappongono a blocchi in corrispondenza alla grandezza dei granulati.

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TEORIA DEL PERIODO DELLE NEVI
 

 

TEORIA DEL PERIODO DELLE NEVI

Il periodo delle nevi rappresenta un grande periodo glaciale accorciato ad un periodo di pochi secoli nel senso del catastrofismo. La teoria del periodo delle nevi introdotta da Hans-Joachim Zillmer e scientificamente non accettata, rappresenta una fase di intensa caduta di neve a seguito di una catastrofe naturale con effetto globale causata dalla caduta di meteoriti (“L’errore di Darwin”, pag. 114 e 202) considerando gli oceani caldi all’inizio (“Colombo è arrivato per ultimo”, pag. 289 e succ.) e un raffreddamento estremamente rapido (inverno da impatto).

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TEORIA DEI VASI DI DRENAGGIO
 

 

TEORIA DEI VASI DI DRENAGGIO

La teoria dei vasi di drenaggio del Hans-Joachim Zillmer dice che un vaso di drenaggio composto da uno strato d’acqua salata si trova nella zona del vaso di basalto esteso al mondo intero e si estende sotto le placche continentali composte di granito. Lo strato d’acqua salata ha l’effetto di un conduttore elettrico e nel sistema solare si comporta come la piastra di un condensatore. Mediante il vento solare e le nuvole d’eruzione (flares) il Sole trasporta energia elettrica e campi magnetici sulla Terra. Appare l’aurora boreale ed ogni tipo d’installazione elettrica può essere disturbata.

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TEORIA DEL GEOCONDENSATORE
 

 

TEORIA DEL GEOCONDENSATORE

La teoria del geocondensatore del Hans-Joachim Zillmer dice che la Terra sta in una azione di scambio elettrico con il Sole e con gli altri pianeti, il che permette un cambio di direzione dell’asse terrestre senza forza, che si può produrre in poche ore. Se si considera il vaso d’acqua salata (vaso di drenaggio) del periodo iniziale sotto la crosta terrestre, cioè sotto le placche continentali composte da granito, da ottimo conduttore elettrico e con ciò da piano a carica elettrica e il Sole o un altro campo elettrico da altro piano di carica contraria (conduttore elettrico), dalla modifica della differenza di tensione considerando l”effetto Biefeld-Brown” si ottiene un fenomeno strano: durante un evento catastrofico l’asse terrestre si inclina senza forza. Data questa premessa non c’è bisogno di alcuna forza meccanica che infatti dovrebbe essere talmente grande fino ad arrivare al probabile pericolo dello scoppio del pianeta Terra.

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TEORIA DEL CELTI IN AMERICA
 

 

TEORIA DEL CELTI IN AMERICA

Nel suo libro “Colombo è arrivato per ultimo” si parla dell’esistenza di popoli celtici in America del Nord già dal terzo millennio a. C. La teoria dei celti in America viene appoggiata con delle fotografie contenenti indicazioni esatte dei luoghi dove si trovano menhir e dolmen celtici e romani (= celtici secondo Zillmer) in America. Secondo Zillmer in quel periodo esisteva un collegamento terrestre tra la costa dell’est dell’America del Nord attraverso la Groenlandia e l’Islanda fino in Europa, il cosidetto ponte di Groenlandia. Però da dove venivano i Celti? Dall’Europa, dall’America o dalle regioni oggi artiche, che prima erano ”zone di primavera eterna”

Steinkreis "Burnt Hill", Massachusetts, USA
Stonecircle "Burnt Hill", Massachusetts, USA

 

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TEORIA DEI NEANDERTHAL ARTICI
 

 

TEORIA DEI NEANDERTHAL ARTICI

Secondo le ultime concezioni scientifiche, i Neanderthal non vengono più considerati come antenati dell’uomo moderno. Reperti che dovrebbero sostituire quelli dei Neanderthal come nostri antenati, non esistono! Recenti determinazioni dell’età delle ossa dei Neanderthal che finora si consideravano di oltre 30.000 anni hanno rivelato una età di meno di 5.000 anni. Con ciò è stata confermata la ipotesi finora non presa sul serio dagli specialisti e spiegata nei libri “L’errore di Darwin” e “Errori della storia terrestre”.

Con ciò l’origine dei Neanderthal è diventata un mistero non ancora chiarito. Secondo le spiegazioni nel libro “La bugia dell’evoluzione” il Neanderthal non è altro che una versione dell’uomo moderno che per la sua struttura compatta si è adattato, come i suoi simili, gli aleutini e gli esquimesi, al clima artico. Per lo spostamento delle zone climatiche fredde i Neanderthal si sono spostati dai territori artici sulla penisola continentale dell’Europa fino al Vicino Oriente verso sud per poi seguire il clima più freddo verso nord con le loro greggi di renne, attraversando il ponte di Groenlandia.

Da questo punto di vista, il Neanderthal non è neanche estinto, come dimostrano reperti dato che immediatamente al di sopra degli strati correlati ai Neanderthal si sono trovati all’improvviso artefatti dell’uomo moderno. Utensili correlati ai Neanderthal si trovano talvolta nello stesso strato con quelli dell’uomo moderno e con sorpresa degli specialisti, in parte addirittura al di sopra di tali strati!

Zillmer presenta una versione nuova per la soluzione del mistero dei Neanderthal: i Neanderthal erano uomini (pre)moderni di struttura compatta e adattati al freddo. Non sono estinti, bensì venivano dal nord e con il cambiamento del clima vi ritornarono. I loro resti (cranio: vedasi fotografia nel libro “Colombo è arrivato per ultimo”) si sono scoperti anche in America del Nord e del Sud…

 


Zillmer touto teorií představuje nové možné řešení záhady neandrtálců: neandrtálci byli dobře stavění a zimě přizpůsobení (raně) moderní lidé. Nevymřeli, nýbrž přišli ze severu a se změnou klimatu se tam opět uchýlili. Jejich pozůstatky (lebka: viz fotografie v knize „Kolumbus přišel jako poslední“) byly nalezeny také v Severní a Jižní Americe…

 

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TEORIE GRÓNSKÉHO MOSTU
 

 

TEORIE GRÓNSKÉHO MOSTU

Podle Zillmera byla Severní Amerika v éře Keltů spojena přes Grónsko a Island s Evropou, předtím než okolí Islandu o 2000 metrů izostaticky pokleslo.

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